Alessandra Piubello, nella Giuria dell’edizione 2024
Alessandra Piubello è giornalista, scrittrice ed esperta degustatrice, oltre ad essere direttore responsabile di alcuni periodici.
È curatrice (unica donna in Italia ad avere questo ruolo nel settore) della Guida I Vini di Veronelli e ispettrice per la guida I 1000 Ristoranti d’Italia de L’Espresso. La sua professionalità nel mondo del vino e del cibo si sviluppa in oltre vent’anni di attenta e appassionata attività, supportata da studi (AIS, WSET, Università di Bordeaux).
Collabora con le più importanti riviste di settore nazionali e internazionali. Fa parte di prestigiose associazioni di settore ed è presenza costante nei più importanti concorsi enologici del mondo.
Abbiamo l’onore di avere Alessandra Piubello come membro della Giuria che sta valutando i vari candidati a Miglior Enotecario d’Italia 2024, e le abbiamo rivolto qualche domanda a proposito della figura dell’enotecario e delle sue prospettive future.
Intervista ad Alessandra Piubello
Quali caratteristiche, competenze e valori non possono mancare nel Miglior Enotecario d’Italia?
Terrei in considerazione alcuni punti chiave. Innanzitutto deve avere una conoscenza approfondita del vino, comprensiva dei diversi tipi di vitigni, regioni vinicole, processi di produzione, tecniche di degustazione e abbinamenti cibo-vino. Questa competenza è essenziale per consigliare in modo informato i clienti e creare esperienze vinicole memorabili. Inoltre deve possedere delle abilità di degustazione affinate, in grado di valutare correttamente il colore, l’aroma, il gusto e la struttura di un vino. Questo consente di identificare le caratteristiche distintive dei vini e di consigliare in base ai gusti e alle preferenze dei clienti. Assai utile è anche la capacità di comunicazione: essere in grado di comunicare in modo chiaro e coinvolgente è essenziale per un enotecario di successo. Includo qui anche la capacità di trasmettere informazioni sul vino in modo accessibile a una vasta gamma di persone, nonché di ascoltare attentamente le esigenze e i desideri dei clienti.
La passione per il vino e per il lavoro nell’ambiente dell’enoteca sono altri elementi fondamentali. L’entusiasmo si riflette nell’impegno di fornire un servizio distintivo ai clienti e nel desiderio di continuare a imparare e crescere nel settore.
Un buon enotecario deve agire con professionalità e integrità in tutte le interazioni con i clienti e i colleghi. Ciò include il trattamento rispettoso dei clienti, la gestione responsabile del vino e l’osservanza degli standard etici del settore.
E’ importante possedere competenze di gestione del tempo, dell’inventario e del personale, oltre a capacità di vendita per promuovere con successo i vini e soddisfare le esigenze dei clienti. Fondamentale è avere una forte cultura del servizio orientata al cliente, interagendo con le esigenze e le preferenze dei clienti, deve quindi essere capace di creare un’esperienza accogliente e piacevole in enoteca, fornendo consigli personalizzati e rispondendo prontamente alle domande e alle richieste dei clienti.
In che modo la figura dell’enotecario può essere strategica nella comunicazione del vino per un brand?
Gli enotecari professionisti sono considerati esperti nel loro campo e possiedono una vasta conoscenza del vino, inclusi i dettagli sulle varietà di uva, le regioni vinicole, i processi di produzione e le caratteristiche organolettiche dei vini. Questa competenza consente loro di comunicare in modo efficace le caratteristiche uniche dei vini di un brand specifico. Inoltre gli enotecari possono agire come ambasciatori del marchio, promuovendo attivamente i vini di un brand specifico presso i clienti dell’enoteca. La loro conoscenza approfondita del prodotto li rende credibili e autorevoli quando si tratta di raccomandare vini particolari ai clienti.
Possono organizzare eventi di degustazione guidata, sessioni di abbinamento cibo-vino e altre esperienze vinicole che mettono in evidenza i vini di un brand specifico. Queste esperienze non solo consentono ai clienti di conoscere meglio i vini, ma anche di sviluppare un legame emotivo con il marchio. Inoltre gli enotecari possono svolgere un ruolo chiave nell’educare i clienti sulle caratteristiche del vino, sui metodi di degustazione e sugli abbinamenti cibo-vino. Questo contribuisce a creare una base di clientela informata e appassionata, che è più propensa a sviluppare fedeltà al marchio nel tempo.
Chi gestisce o lavora in enoteca può fornire un feedback diretto al produttore del vino su ciò che i clienti apprezzano di più nei loro vini, nonché su eventuali aree di miglioramento. Questo feedback può essere prezioso per il brand nell’adattare la propria strategia di marketing e sviluppare nuovi prodotti. Gli enotecari possono utilizzare i propri canali online e sui social media per promuovere i vini del brand, condividendo recensioni, raccomandazioni, foto e video delle degustazioni e degli eventi legati al vino.
I nostri finalisti sono tutti molto giovani – nel mercato italiano di oggi (e di domani), l’enotecario professionista può essere una risorsa chiave per attirare le nuove generazioni di consumatori?
I giovani consumatori spesso cercano esperienze e approcci innovativi al mondo del vino. Gli enotecari giovani e dinamici possono offrire un approccio fresco e accessibile alla degustazione, utilizzando metodi di comunicazione moderni e tecnologie digitali per coinvolgere i consumatori attraverso social media, blog, podcast e video online.
Gli enotecari professionisti più giovani possono comprendere meglio le tendenze, i gusti e le preferenze della cultura contemporanea, consentendo loro di selezionare vini e creare esperienze che risuonano con le nuove generazioni di consumatori. Questa conoscenza può essere fondamentale per adattare l’offerta di vini e creare un ambiente accogliente e rilassato in enoteca.
Possono quindi svolgere un ruolo importante nell’educare e informare, offrendo degustazioni guidate, corsi di formazione e eventi speciali che li aiutino a far comprendere e apprezzare il vino in modo più approfondito. Questo tipo di approccio educativo ma informale può contribuire a creare una base di consumatori più consapevole e appassionata nel lungo periodo.
Le nuove generazioni sono sempre più sensibili alle questioni legate alla sostenibilità e all’etica aziendale. Gli enotecari possono selezionare e promuovere vini prodotti in modo sostenibile, contribuendo così a soddisfare le esigenze e i valori dei consumatori più giovani.
Si tratta di una professione che può avere un ruolo chiave nella creazione di comunità intorno al vino, organizzando eventi sociali, degustazioni tematiche e club del vino che permettono ai consumatori più giovani di incontrarsi, condividere esperienze e imparare l’uno dall’altro.
I prodotti di nicchia, degustazioni con il produttore, presenza digitale curatissima… quali sono le risorse più importanti dentro la “cassetta degli attrezzi” di un enotecario professionista, oggi?
Già prima abbiamo parlato di alcuni elementi essenziali, come la conoscenza approfondita del vino, l’abilità di degustazione, la capacità di comunicazione, aggiungiamo la presenza digitale e social media, la scelta di alcune tipologie di vini di nicchia che altri enotecari non hanno, il network con i produttori, importatori, distributori e altri professionisti del settore e anche un continuo aggiornamento e formazione sul campo: devono restare aggiornati sulle ultime novità del settore e partecipare a corsi di formazione ed eventi per migliorare costantemente le proprie competenze.
Inoltre devono proprio viaggiare, andare a conoscere di persona i produttori nella loro realtà, in modo da poterla trasferire ai clienti in modo empatico e diretta. Sarebbe interessante far poi partecipare i produttori conosciuti a delle degustazioni in enoteca. I giovani enotecari potrebbero anche agire sui servizi che attirino le nuove generazioni, per esempio realizzando una card che consenta di usufruire di determinati vantaggi. Potrebbero effettuare consegne a domicilio, predisporre degli abbinamenti cibo- vino da consegnare al momento dell’acquisto o dopo l’acquisto, o ancora, essere disponibili ad organizzare su richiesta un incontro diretto con il produttore.
Sarebbe interessante inserire all’interno dell’enoteca una serie di prodotti tipici locali per far comprendere meglio il valore del territorio nella sua interezza. Occorre una certa capacità di strategia per coccolare il cliente pur avendo ben chiaro l’aspetto economico. E l’enoteca potrebbe essere una ‘casa enogastronomica’ dove il vino è l’elemento portante ma non il solo. L’enotecario dovrebbe avere una mentalità aperta anche ad altri settori (turismo, bellezze culturali e artistiche, prodotti gastronomici).
Hai un’enoteca “del cuore”? Cosa la contraddistingue e cosa ti porta a frequentarla?
Non ho un’enoteca del cuore, viaggio tantissimo (sono a casa un giorno a settimana) quindi non ho una relazione privilegiata con un’enoteca specifica.