Nella Giuria dal mondo della sommellerie: Giuseppe Vaccarini

Giuseppe Vaccarini, rappresenta in Italia e nel mondo l’emblema della moderna sommellerie e mantiene ancora oggi il primato di essere stato a soli 26 anni il “Miglior Sommelier del Mondo ASI 1978”. Membro Onorario di numerose associazioni di Sommelier in vari paesi al mondo, ha presieduto per diversi mandati l’Associazione Italiana Sommelier, e più recentemente di ASPI, Associazione della Sommellerie Professionale Italiana, di cui è fondatore, nonché a livello internazionale con l’ASI, l’Association de la Sommellerie Internationale, dove dirige la Commissione Cultura ed esami per la certificazione internazionale del sommelier, stimolando la creazione delle associazioni di sommelier in oltre 30 paesi dei vari Continenti. Anche grazie al suo impegno per lo sviluppo della professione, i nostri professionisti oggi godono di grande stima e rispetto in Italia e nel mondo.

Abbiamo l’onore di avere Vaccarini come membro della Giuria che sta valutando i vari candidati a Miglior Enotecario d’Italia 2022, e gli abbiamo quindi rivolto qualche domanda a proposito della figura dell’enotecario, e delle sue affinità e differenze con quella del sommelier. 

 

Per un enotecario è più importante avere competenze tecniche o saper raccontare un vino? 

“Entrambe le competenze, tuttavia il saper raccontare il vino è fondamentale con la figura dell’enotecario poiché egli deve saper proporre anche vini poco conosciuti o che la clientela stenta ad acquistare perché non è abituata a degustare. Il cliente di oggi è molto informato, a volte arriva con in mente un vino, ma chiede un consiglio sull’annata, oppure, sebbene informato, può sentirsi spaesato di fronte ad una proposta ricca di scelte, ed allora entra in scena l’enotecario che deve saper  ricorrere alle parole, alla fantasia ed a un pizzico di intuito psicologico.”

 

In cosa si distinguono le figure professionali di sommelier e enotecario?

“I requisiti di base sono simili: dinamismo, conoscenza della tecnica di degustazione, di quelle relative alla viticoltura ed all’enologia, buon contatto umano, intuito psicologico. Il sommelier contribuisce all’acquisto di vini e altre bevande in funzione della clientela e dell’offerta gastronomica dell’esercizio per il quale opera. Partecipa attivamente alla gestione delle scorte, alla composizione e alla redazione della carta dei vini, delle bevande spiritose e di altre bevande e consiglia ai clienti i migliori abbinamenti cibo-vino-bevande. Ha l’importante ruolo di analizzare e comprendere il gusto dei clienti, al fine di consigliarli e servire loro i vini – o altre bevande – che meglio si sposano con i piatti. Il sommelier può anche fornire consulenza agli attori della distribuzione, compresi  i negozi specializzati. Si tratta di un professionista che opera come collegamento interattivo tra produttore e consumatore. In sintesi,la distinzione  è molto sottile.  Il sommelier, a differenza dell’enotecario, ha un campo d’azione ampio che lo distingue in quanto ha la possibilità di stappare, decantare ed assaggiare più vini in un solo giorno nonché di abbinarli a numerosi piatti, per una clientela dal profilo internazionale.”

Che requisiti deve avere il Miglior Enotecario d’Italia?

“Colui/colei che rappresenterà il Miglior Enotecario d’Italia, dovrà presentarsi con un aspetto curato, dimostrare la predisposizione all’accoglienza ed alla disponibilità, saper degustare e parlare di vino, avere conoscenze relative al servizio delle bevande  a tavola, alle temperature di servizio, saper consigliare la scelta dei calici adatti ed indicare il giusto abbinamento alle pietanze, tutte caratteristiche che rendono l’Enotecario un professionista in grado di soddisfare il cliente e, se possiede un pizzico di fantasia e di audacia, in grado di lanciare nuovi stili di consumo.”